La Birmania, definita anche come il Paese dalle mille pagode d’oro, si caratterizza ogni anno come una meta di pellegrinaggio buddhista privilegiata da parte di migliaia di fedeli.

A tal riguardo, tre sono le pagode più importanti e predilette: la Pagoda Kyaiktiyo (conosciuta anche con il nome di Golden Rock), il Tempio Mahamuni e la Pagoda Shwedagon.

Quest’ultima in particolare, situata nella città di Yangon, è la pagoda buddhista più sacra per i birmani.

La Pagoda Shwedagon, alta 98 metri, si presenta come uno stupa dorato, la cui principale funzione è quella di conservare le antiche reliquie dei quattro Buddha: il sostegno di Kakusandha, il filtro d’acqua di Konagamana, un pezzo dell’abito di Kassapa e otto capelli di Gautama, il Buddha storico.

Essa, quindi, è un monumento spirituale che rappresenta Buddha, incarnando simbolicamente il sentiero dell’illuminazione.

Il nome Shwedagn trae la sua etimologia da “shwe”, che significa oro, e “dagon”, che sarebbe il nome storico dell’area geografica in cui sorge.

La tradizione narra che la costruzione della Pagoda di Shwedagon abbia avuto inizio in seguito all’incontro tra due fratelli mercanti e Gautama Buddha.

Egli diede loro in dono otto dei suoi capelli con il monito di serbarli presso la collina di Singuattara. Quando però i due fratelli si accinsero ad adempiere la richiesta di Gautama Buddha, accadde qualcosa di veramente incredibile: gli otto capelli brillarono di una luce indescrivibile, i ciechi poterono vedere, il sordo riuscì a sentire e il muto a parlare, la terra tremò, i venti soffiarono forte e tutti gli alberi dell’Himalaya fiorirono.

A questo punto i due fratelli raccontarono dell’incontro al re locale Okkalapa, il quale ordinò l’edificazione della pagoda Shwedagon per rendere omaggio a Buddha.

Seppur la leggenda appena riportata affermi che la Pagoda abbia circa 2500 anni, gli archeologi credono che essa sia stata edificata in epoca più recente, tra il VI ed il X secolo.

Lo stupa, nel corso dei secoli, fu distrutto e ricostruito più volte subendo svariate trasformazioni: esso cadde in rovina fino al XIV secolo, finchè il re Binnya U di Pegu decise di dedicarsi alla sua ricostruzione.

Qui la Pagoda raggiunse un’altezza di circa 18 metri, e solo nel XV secolo essa raggiunse l’attuale altezza di 98 metri. Nel 1768 un violento terremoto fece crollare la cima dello stupa, la quale venne ricostruita per opera del re Hsinbyushin (noto come signore dell’elefante bianco), appartenente alla Dinastia Konbaung.

Nel 1999 è stata inserita all’interno della Pagoda un’enorme statua di Buddha, realizzata con 324 kg di giada massiccia proveniente dal Kachin, intarsiata con 91 rubini, 9 diamanti e 2,5 kg di oro.

Sulla punta dello stupa sono incastonati diamanti, rubini, zaffiri e altre pietre preziose, e un diamante di 76 carati la cui foto è mostrata ai visitatori all’interno della pagoda stessa.

Dal 2018 la Pagoda Shwedagon è inserita tra le Candidature alla lista dei patrimoni dell’umanità ad opera dell’UNESCO, affinché possa essere inserita all’interno dell’elenco del patrimonio mondiale dell’umanità.

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